L’ambiente subacqueo

L’ambiente subacqueo

L’ambiente subacqueo

cavalluccio Foto S Ciriaco Archivio Miramare

L’immersione nelle acque della riserva marina consente l’osservazione di un ambiente protetto e quindi ad elevata biodiversità, permettendo al visitatore di osservare una notevole varietà di ambienti e specie in un ambito contenuto e in un tempo ristretto.
Il tratto di costa tutelato grazie alla istituzione dell’Area Marina di Miramare rappresenta infatti un unicuum biologico prezioso perché, pur essendo relativamente poco esteso, si è diversificato in microambienti specifici che riflettono la presenza di tre zone distinte – la zona di marea, l’ambiente di roccia e ghiaia e i fondali sabbiosi e fangosi – ricche di specie osservabili durante le immersioni.
Ecco allora che nella zona di marea ci si potrà imbattere in crostacei cirripedi, molluschi bivalvi, granchi, pomodori di mare e la quercia di mare, autentico relitto biogeografico dell’ultima glaciazione, nonché la celebre Bavosa pavone, specie simbolo dell’Area Marina Protetta.
Colonizzano invece le rocce, alghe verdi e brune, spugne a canne d’organo e celenterati come gli anemoni di mare, mentre salpe, sciarrani, occhiate e orate nuotano entro i quattro metri di profondità, e più ancora in profondità spigole e corvine.
Oloturie, ofiure o stelle serpentine, stelle marine e crostacei fanno a gara per mimetizzarsi sui fondali sabbiosi e fangosi, dove vivono anche il mollusco bivalve più grande del Mediterraneo – la Pinna nobile, la cui conchiglia grande fino a 70 cm offre ospitalità a spugne e ascidie incrostanti – e la mormora. 

Berghiacoerulescens Foto S Ciriaco archivioMiramare rit corvine foto S Ciriaco Archivio Miramare

La modesta profondità del Golfo di Trieste non ha impedito a delfini e tartarughe di mare di fare la loro comparsa in queste acque: si tratta di avvistamenti abbastanza comuni durante l’estate, registrati anche grazie alla collaborazione di diportisti e bagnanti, che con le loro segnalazioni aiutano il monitoraggio costante effettuato dai biologi di Miramare. Infatti lo staff dell’area protetta, anche in collaborazione con la Capitaneria di Porto di Trieste e Grado, cura un database pluriennale di dati e avvistamenti coordinatamente con altri centri di ricerca italiani, sloveni e croati.
[vedi sezione RICERCA]